Dungeon Defenders: Awakened, recensione Xbox - IlVideogioco.com


Dungeon Defenders: Awakened, sono davvero in pochi coloro che non conoscono la saga. Quella dei Dungeon Defenders, cominciata leggermente in sordina poco più di dieci anni fa, ha saputo guadagnarsi una fetta più grande d’utenza “schierata”. Uno zoccolo che si è invaghito non solo della particolare maestria e semplicità con cui gli sviluppatori seppero amalgamare due generi completamente diversi.

Ma il pubblico si è affezionato anche, e soprattutto, alla possibilità di affrontare le innumerevoli orde di “cattivissimi” goblin in compagnia dei propri amici. Il tutto grazie al cooperativo online. La serie ha avuto due principali iterazioni. Il primo capitolo, rilasciato nel 2010 su mobile e dalle forme ludiche “canoniche”. Il secondo episodio, uscito 5 anni più tardi che si convertì alla formula del free to play con annessi acquisti in-game. E, naturalmente, arriviamo al titolo sotto la lente d’ingrandimento odierna, Dungeon Defenders: Awakened. Sviluppato dal team indie Chromatic Games e di cui analizzeremo la versione Xbox. Entrambe le ultime console di Microsoft (Xbox One ed Xbox Series X|S)

Un titolo che, è bene specificarlo sin dall’inizio, non è null’altro che un remake, principalmente di natura tecnica seppur non propriamente “completo”, del primo capitolo. Ma bando alle ciance, ecco la recensione della versione Xbox mentre ricordiamo che abbiamo già trattato Dungeon Defender: Awakened su Pc promuovendolo.

Buona lettura.

MAGIE, SPADE E TRAPPOLE

Andiamo al sodo. Si tratta di un gioco d’azione con spiccati elementi ruolistici e strategici. In modo particolare, il titolo è uno dei più noti rappresentanti “ibridi” del genere difesa della torre, in cui, sostanzialmente, dovremo “interdire” il passaggio di schiere e schiere di nemici grazie allo strategico piazzamenti di trappole e difese, oltre che tramite l’utilizzo delle abilità del nostro alter-ego prescelto.

È bene, immediatamente, sottolineare un particolare: Awakened traslerà in toto e senza grandissime “sterzate”, i contenuti e le meccaniche del primo capitolo della saga. Livelli, personaggi e abilità, in linea di massima, saranno sostanzialmente identici.

Una questione che, come vedremo più innanzi, si traslerà non senza qualche sopracciglio inarcato anche per quanto concerne il comparto tecnico. Com’è lecito attendersi, la trama non sarà particolarmente elaborata. Nelle vesti di un apprendista mago, di un arciere, un paladino (in mutande…) ed un monaco, dovremo tenere a bada un esercito di demoniaci goblin intenzionati a distruggere i cristalli di Eternia.

Come specificato, il gioco c’imporrà un gameplay “dualistico”: da un lato, dovremo adoperare il nostro alter ego prescelto fra i quattro (più uno, una sorta di robot che venne aggiunto originariamente tramite dlc), in modo pienamente action tuffandoci a capofitto nella battaglia e sfruttando le abilità particolari che ogni classe avrà in dote.

LA DIFESTA STRATEGICA

Dungeon Defenders: Awakened

Dall’altro, invece, saremo chiamati a posizionare strategicamente le difese, anch’esse in dotazione individualmente alla classe prescelta che, almeno sulla carta, assurgerà ad un ruolo specifico. Ad esempio, il mago avrà una dotazione piuttosto equilibrata tra strumenti d’attacco e di difesa, mentre il cavaliere potrà piazzare sul campo una serie di trappole orientate più al blocco dei movimenti o al fisico “respingimento” dei nemici.

Ovviamente potremo piazzare, e potenziare, un numero limitato di trappole e che avranno un costo in cristalli, sorta di “moneta” che sarà lasciata in terra dai nemici sconfitti.

LA SFUMATURA RPG

Dungeon Defenders: Awakened

In aggiunta, come anticipato in incipit, Dungeon Defenders: Awakened godrà di uno spiccato e, nella sua semplicità, ben realizzato comparto ruolistico. Durante gli stage, infatti, avremo la possibilità di ottenere dai goblin eliminati diverso equipaggiamento. Questa andrà direttamente a modificare le nostre statistiche e l’impatto delle abilità del nostro personaggio durante il suo utilizzo diretto.

Awakened ci offrirà anche la possibilità, tramite moneta guadagnata dalla vendita dell’equipaggiamento ottenuto negli stage, di potenziare i valori di armature, armi ed altro con un potenziamento diretto non solo del danno ma anche, potenzialmente, delle statistiche passive.

Quest’ultime che, oltre a coprire le classiche caratteristiche dei giochi di ruolo (attacco, difesa, salute e così via), saranno influenzate direttamente dalla distribuzione dei punti che otterremo ogni qual volta saliremo di livello. Con questo “disegneremo” la “build” specifica del nostro personaggio. Ad esempio, potremo orientarlo verso un potentissimo action hero, oppure prediligere il rafforzamento delle nostre difese.

SPECCHIO RIFLESSO

Oltre la modalità Campagna, che ci porterà ad affrontare una decina di livelli che si concluderanno, ad ogni “striscia” sempre con un potente boss finale, e la modalità Survival, che consiste semplicemente nel rigiocare le stesse mappe con molte più ondate e nemici più forti, Dungeon Defenders Awakened ci offrirà anche la modalità Hardcore e la Rift Mode.

Nella prima, com’è lecito attendersi, affronteremo una sfida più difficile ma che ci offrirà ricompense più appetibili. La modalità Rift, invece, ci consentirà di affrontare dei nemici speciali e dall’aspetto “cosmico” (Fontecedro docet), più pericolosi dei goblin “ordinari” e che naturalmente, consentiranno di ottenere ricompense speciali.

Oltre a quanto sin qui detto, Awakened potrà contare anche su altre sotto-modalità come quella dedicata alle Challenge, nella quale ripercorreremo alcuni degli stage con delle varianti “capovolgenti” (come il non poter utilizzare trappole oppure il dover, noi, attaccare il cristallo difeso dai nemici), oppure la Mix Mode che modificherà alcune regole standard per quanto concerne il “comportamento” dei nemici nella mappa.

UNA DOPPIA VITA

In generale, nonostante un contenuto oggettivamente ampio, Awakened vivrà una doppia vita: per chi non ha avuto modo di provare il primo e originario capitolo, il gioco di Chromatic Games sarà sicuramente una rivelazione. Questo grazie alla sua semplicità, al suo aspetto accattivante ed alle infinite possibilità offerte dal cooperativo online.

Ma per chi ne avesse già saggiato le “forme” in passato? Ebbene, invero, Dungeon Defenders Awakened, come già anticipato, non apporta quasi nessuna novità rispetto al titolo originario. Stessi livelli, stessi personaggi, stesse abilità e trappole.

Chromatic Games ha promesso un supporto prolungato post lancio. Con contenuti aggiuntivi gratuiti. Tuttavia, al momento, il titolo non offre una reale motivazione per “tornare in campo” da un punto di vista contenutistico se non abbandonarsi alla nostalgia.

E, in generale, Awakened purtroppo offrirà (sostanzialmente) le stesse limitazioni che l’originale capitolo portava con sé. Parliamo di una certa complessiva ripetitività e di una non bilanciatissima definizione delle classi. Alcune di esse si sovrapporranno, altre avranno degli inspiegabili svantaggi come nel caso del robot che non avrà nessun mezzo per contrastare i nemici volanti. Il tutto comunque sia e come già accadeva all’epoca, arginato parzialmente dal divertimento del cooperativo online.

UN’ARMATURA… SCINTILLANTE?

Diciamolo chiaramente: il cuore di ogni remake è, naturalmente, il comparto tecnico. E, da questo punto di vista, Awakened è un successo a metà. L’estetica cartoon e irriverente, che ebbe il suo ruolo nell’imporre il titolo come uno dei più giocati del suo settore, è naturalmente ritornata integralmente e con texture e dettagli in alta definizione. Visivamente parlando, quindi, il lavoro di Chromatic è stato sicuramente apprezzabili e l’occhio, seppur non urlando al miracolo tecnologico, godrà della sua meritata parte.

Per quanto concerne le performance, inizialmente il gioco aveva fatto inarcare qualche sopracciglio soprattutto sulla nuova generazione, dove il frame rate si presentava bloccato a 30 fotogrammi al secondo e con visibili rallentamenti. La questione, fortunatamente, è stata risolta con una patch e, quantomeno su Series X, il titolo è ora fluido e non presenta particolari intoppi.

Dungeon Defenders: Awakened

Nonostante ciò, il titolo soffre ancora di alcune limitazioni di carattere tecnico. Spesso, i nemici si bloccheranno (tendenzialmente, quando ci saranno delle scale in mezzo) e resteranno fermi ad attendere il massacro. Non di rado, si sono presentate occasioni in cui si era impossibilitati nel finire un’ondata perché, alcuni nemici, avevano ben deciso di incastrarsi in parte dello scenario risultando ben “mimetizzati” e quasi impossibili da scovare.

Questa compenetrazione comporterà altre fastidiose occorrenze, come ad esempio nemici che riusciranno inspiegabilmente, perché pressati dall’orda, a superare le nostre mura nonostante ben posizionate o, in aggiunta, riuscire a danneggiare i cristalli nonostante li si abbia cinti da adeguate protezioni.

Per quanto concerne il comparto audio, anch’esso traslato dall’originale, né infamia né lode. Le musiche fantasy saranno adeguate ma forse un po’ troppo cliché, l’effettistica simpatica e coerente con la natura cartoon e parodistica della produzione.

COMMENTO FINALE

Dungeon Defenders: Awakened può esser “interpretato” in due modi: se si è nuovi del genere e della saga, è sicuramente uno dei titoli più ispirati e divertenti da giocare, specialmente se si ha qualche amico con cui condividere online l’esperienza. Ma per i veterani della saga?

Il remake del primo capitolo, che soffre di una buona schiera di falle tecniche, offrirà pochissime novità rispetto all’originale. Chromatic ha promesso un supporto a lungo termine post lancio. Non ci resta che sperare nel futuro. Ed attendere.



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