Intervista a Pietro Polsinelli su Football Drama

Football Drama è uno dei titoli più sorprendenti degli ultimi mesi. Il motivo è semplice: tratta il calcio in un modo completamente diverso rispetto a quanto siamo stati abituati.

Il titolo firmato da Open Lab offre un dipinto romanzesco, a tratti caricaturale, di tutto un mondo, quello del pallone, che ad ogni modo – anche se visto dai non appassionati – è comunque affascinante e ricco di molteplici sfaccettature. Che si parli dei club di livello mondiale o di qualche impresa di una piccola squadra.

In sede di recensione abbiamo apprezzato le tante citazioni ed i rimandi di Football Drama, uscito il mese scorso su mobile (iOS) e Pc, ma anche per l’atmosfera che questo gioco è stato in grado di dare. Successivamente abbiamo ribadito il concetto in un altro pezzo perché oggettivamente il titolo è interessante, una novità importante nel panorama indie italiano e non solo.

Una stagione di redenzione per Rocco Galliano, vecchio santone del pallone tornato alla ribalta, che può essere quella del trionfo o dell’oblio contrassegnato con l’ennesimo esonero. Eroe alla Ranieri col suo Leicester? O un altro tecnico incompreso? Le nostre decisioni, tra il karma ed il caos, tra dialoghi pubblici e privati, intrighi o retta via, faranno la differenza, assieme alle nostre intuizioni in campo.

Ma, visto che il prodotto indie è made in Italy, il piccolissimo team di Open Lab è di Firenze, abbiamo voluto approfondire ed abbiamo così potuto realizzare un’intervista con Pietro Polsinelli, che ha scritto il gioco, programmato il codice e fatto altro, che ha gentilmente risposto alle nostre domande curiose.

Abbiamo imparato a conoscere meglio alcuni aspetti dietro alla realizzazione dell’interessante Football Drama. E, grazie ad alcune risposte, possiamo dire che il team è al lavoro per ampliare la parte narrativa del gioco nonché su un altro progetto. Ma adesso, è tempo dell’intervista. Vi auguriamo, buona lettura.

Da sinistra a destra: Daniele Giardini “Demigiant”, Pino Panzarella “Pugusel”, Marta Ascari “Ascari”, Pietro Polsinelli “Punkard”, Matteo Bicocchi “Pupunzi”.

 

Presenta il team al pubblico.

Ho scritto Football Drama, programmato il codice e curato il game design, cioè le meccaniche di gioco e loro integrazione con gli altri elementi dell’esperienza.

Football Drama è prodotto da Open Lab (di cui sono il direttore) che è un gruppo di quattro persone incentrato sulla realizzazione di giochi commerciali, giochi applicati e applicazioni per web. Pino Panzarella ha fatto le animazioni, l’interfaccia utente e ha progettato visivamente Football Drama. Su questo progetto ed altri lavoriamo insieme a Daniele Giardini “Demigiant”, che in questo gioco ha disegnato i personaggi, tutte le carte e ha fornito lo strumento di programmazione narrativa.

Matteo Bicocchi (anche lui di Open Lab) si è occupato della parte su iOS e della pubblicazione e ha esteso gli Achievement di Steam su un sito di approfondimenti e Laura Mirri e Daniela Calogiuri ci hanno aiutato con supporto, contabilità e contatti.

Le musiche sono di Marta Ascari, che ha realizzato una colonna sonora registrata in studio con strumentisti jazz, e ha anche scritto e cantato la canzone finale del gioco di cui io ho scritto i testi.

Vi aspettavate questo buon successo da parte della critica?

Ci ha sorpreso il consenso critico delle principali testate. C’era davvero spazio per una trattazione del tema del calcio meno orientata alla simulazione pura.

I giornalisti hanno credo tenuto anche conto che la nostra è una produzione indipendente.

Come è nata l’idea per Football Drama?

Io non ero un grande esperto di calcio ma mi è sempre piaciuta la “meccanica” di questo sport. Per caso parlando con intellettuali “insospettabili” ho scoperto in loro questa grande passione per il calcio e anche per la sua letteratura. Lì ho iniziato a esplorarla da Umberto Saba a Pasolini a Wim Wenders a Eduardo Galeano e Osvaldo Soriano.
Ho anche affrontato la saggistica (tattica, economia, politica, antropologia) e mi soffermo solo su Roland Barthes. Il suo testo fondamentale da questo punto di vista è Le sport et les hommes (documentario realizzato con Hubert Aquin), che tratta vari sport tra cui il calcio dal punto di vista antropologico.

Qual è, secondo voi, il punto forte del gioco?

Credo l’immediatezza dell’uso, anche su mobile, e la particolarità dell’atmosfera.

E quello da migliorare?

Sarebbero da sviluppare le alternative narrative: ci sono tanti filoni che per questioni di budget non abbiamo potuto sviluppare. Si tenga presente che anche aggiungere un solo personaggio comporta oltra all’illustrazione e scrittura, anche la relativa melodia (ogni personaggio ha il suo set), l’integrazione con tutte le meccaniche, la traduzione in 8 lingue…
Da cui in Football Drama se si decide di non seguire la strada di indagine sulla “Thiefa”, la narrativa perde molto.
La parte completa era progettata a livello di design e in gran parte già scritta, ma avrebbe richiesto un altro anno di sviluppo, per cui non avevamo i fondi. Ma è stato bene uscire, perché il gioco è comunque apprezzato e noi abbiamo imparato tantissimo.

Interessante la dinamica delle partite in campo, come è nata?

Il modello delle partite deriva da un lavoro grandissimo, è iniziato dal creare una simulazione completa delle partite, di cui è rimasta la parte finale delle azioni, che si vedono giocate, in parte “scripted” in parte generativamente.
Ma il modello centrale, con le azioni e l’avanzamento per fasce di campo deriva da un semplice gioco da tavolo che ho fatto con mio figlio (aveva 8 anni) da cui sono accorto che anche in forma estremamente semplificata il gioco poteva essere appassionante. Poi su questa meccanica si sono innestate le azioni speciali, cioè le carte. Rocco (l’allenatore) non è onnipotente e non volevo che i giocatori fossero dei robot telecomandabili.
È il punto di vista di uno che urla della panchina, per questo per me è ottimo che non ci sia un rapporto deterministico tra le carte e quello che succede. I giocatori sono una nebbia informe, solo intravista. Questo è un gioco che investe tanto sul giocatore, lascia spazi per immaginare.

Le conferenze stampa, però, ci sono sembrate un po’ anonime.

Questa è una questione di budget, se si vuole introdurre una varietà interessante. Cioè non basta creare variazioni di frasi, per come è integrato Football Drama ci deve essere sempre un rapporto tra narrativa generale e episodi. Il tutto appunto è reso ancora più complicato quando come in Football Drama si ha una traduzione in 8 lingue…
Comunque stiamo facendo delle modifiche in questo senso e arriverà più varietà in un prossimo update.

Tantissimi gli omaggi ed i riferimenti al mondo del calcio reale. A quali siete più legati?

Beh sul negativo i casi di corruzione della Fifa sono qualcosa di veramente straordinario per dimensione e sfrontatezza. La capacità umoristica dei tifosi di calcio può essere davvero dirompente, e abbiamo cercato di omaggiarla sia con le carte che con la cronaca, che con i cori dagli spalti.

C’è un episodio calcistico che avete vissuto che avreste voluto inserire?

Mi viene in mente un caso che ho inserito. Essendo legato alla Fiorentina, mi ha divertito molto inserire il coro “arbitro insensibile”.

 

Nostra curiosità: il giocatore con cui parla il nostro allenatore durante l’intervallo delle partite, è un omaggio al grande Socrates?

No, qualunque riferimento sta solo e soltanto nell’immaginazione del giocatore. Quindi sì, assolutamente.

Football Drama, secondo voi, può rivoluzionare il modo di intendere i videogiochi di calcio?

Mah con un gioco le cui vendite totali in due settimane sono quelle di un’ora di FIFA (ma certo non ci lamentiamo) mi sembra difficile. Inoltre è un gioco che investe molto sul giocatore stesso (e anche sul recensore), per cui probabilmente non è possibile che diventi un gioco di massa.

Rocco Galliano secondo voi è più Mourinho, Sacchi, Mazzone o Canà, o chi altri?

Io direi un misto di Klopp e Ranieri. Certamente non Canà o Mourinho.  Questo perché non è autoritario, è intelligente, usa il Karma. Poi il giocatore se vuole può puntare invece sul “Kaos” (chaos) ma la personalità della scrittura è quella.

Artisticamente il gioco ci è piaciuto tantissimo. Decisamente ispirato. Può essere stata una delle carte vincenti?

La parte di illustrazione generale e anche le carte sono state particolarmente apprezzate. D’altronde sia Panzarella che Giardini sono degli artisti digitali con più di venti anni di esperienza.

Football Drama avrà delle implementazioni?

Ci saranno aggiornamenti, soprattutto per la parte narrativa.

Ed un sequel?

Noi stiamo già lavorando su un altro gioco sullo “sport storytelling”, Roller Drama (lo sport è Roller Derby). Su Football Drama stiamo già preparando aggiornamenti.

Il gioco arriverà in altre piattaforme?

Sì: stiamo già preparando la versione per Switch. Poi stiamo cercando un modo per portarlo sul mercato Android cinese, visto che su iOS (App Store) sta funzionando molto bene in Cina.

Football Drama è più Karma o Caos?

È un tentativo di trovare un karma in un mondo descritto da una scrittura allegramente caotica.

Grazie

Grazie a te e a tutti i giocatori di Football Drama.

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